CONOSCENZA DI SE E LIBERTÀ INTERIORE SECONDO L’INSEGNAMENTO DI GURDJIEFF
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Per maggiori informazioni ed iscrizioni:
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Seminario Residenziale
CASCINA D’ORO (Cuneo)
25-27 Ottobre 2024
IL LAVORO E I MOVIMENTI DI GURDJIEFF
diretto da Jose Reyes e Katiuska Ortega
Siamo felici di potervi invitare a questo seminario residenziale con Jose Reyes e Katiuska Ortega in Italia. Un evento unico dove attraverso i Movimenti e la pratica dell’insegnamento di Gurdjieff impareremo come vivere pienamente il momento presente esplorando le profondità dell’Essere. Una possibilità di connessione con il Sacro grazie alla quale aprirci insieme alla meraviglia, al sapore dolce di una gioia autentica e libertà interiore.
Quest’attività è aperta a tutti. Non è necessaria esperienza. È dedicata a coloro che sono interessati allo studio e all’applicazione pratica del Lavoro e dei Movimenti di Gurdjieff e desiderano ricevere i benefici di questa eredità spirituale.
I posti sono limitati.
CASCINA D’ORO si trova a Bonvicino in provincia di Cuneo. La Cascina D’oro ha la tipica pianta ad L ed è interamente costruita in pietra di Langa. Il nucleo originale è dei primi anni del 900. Appoggiata su una dolce collina alta circa 700 mt, la cascina si affaccia su una valletta ricca in biodiversità apprezzabile attraverso il canto di mille uccelli. La Cascina d’Oro è un luogo di vita, lavoro e preghiera.
Contattaci per avere maggiori informazioni e per confermare la tua partecipazione.
info@gurdjieffitalia.it
(+39) 3348186605
www.gurdjieffitalia.it
Questo seminario è dedicato all’applicazione pratica dell’insegnamento della Quarta Via con l’obiettivo di fornire ai partecipanti l’opportunità di ricevere i benefici delle pratiche spirituali e delle tradizioni trasmesse da G.I. Gurdjieff e J.G. Bennett. Un’esperienza residenziale da 1 a 3 settimane in un’atmosfera molto speciale di fiducia, gioia e benessere. La nostra intenzione, che tu abbia già esperienza o che tu sia completamente nuovo a queste idee, è di riunirci insieme per lavorare come gruppo e sperimentare una presenza più reale dentro di noi e con gli altri intorno a noi.
Diretto da: Josè Reyes e Katiuska Ortega (in inglese con traduzione simultanea in italiano)
informazioni ed iscrizioni:
www.gurdjieffitalia.it / info@gurdjieffitalia.it / +39 334 8186 605
Incontro introduttivo al nuovo gruppo di Lavoro a Roma.
“L’INSEGNAMENTO DI G.I. GURDJIEFF PER LA TRASFORMAZIONE DELL’ESSERE UMANO”
Data: Mercoledì – 27 Settembre – inizio ore 19.00
Luogo: Scuola Igea – Lungotevere Prati n. 18/19 – ROMA
POSTI LIMITATI
Iscrizione obbligatoria a: info@gurdjieffitalia.it
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Aperto a tutti coloro che desiderano imparare e praticare come lavorare insieme, come servire uno scopo comune invece di sfruttarsi a vicenda. Per chi sente il bisogno di qualcosa di nuovo nella propria vita e riconosce che questo “qualcosa” riguarda, in primo luogo, la trasformazione della propria vita interiore.
La nostra condizione attuale non corrisponde al vero destino dell’uomo e non stiamo vivendo il potenziale della nostra vera natura. Addormentati dalle forze dell’identificazione e dell’automatismo, nell’ignoranza di noi stessi e delle nostre possibilità, perdiamo il contatto con la realtà.
L’eredità spirituale di G.I. Gurdjieff e J.G. Bennett, frutto di una saggezza antica, offre una via pratica per la possibile evoluzione dell’essere umano, aldilà dell’agitazione della vita. Per sperimentare come una quiete della mente, la consapevolezza del corpo e l’apertura del cuore possono essere riuniti per esprimere una presenza armonica nella relazione con se stessi, con gli altri e con il tutto che ci circonda.
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Il programma delle attività dedicate allo studio e all’applicazione pratica include:
– Approfondimento tematico delle idee psicologiche e cosmologiche con presentazioni e condivisioni;
– Classi di Movimenti e Danze Sacre per sviluppare le potenzialità più sottili del corpo umano ed esercitare un’attenzione attiva;
– Esercizi interiori per il contatto diretto con se stessi ed il momento presente;
– Metodi pratici per lo studio di se. Per imparare a non separare il lavoro interiore dalle attività della vita quotidiana.
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Per maggiori informazioni ed iscrizioni:
info@gurdjieffitalia.it • www.gurdjieffitalia.it
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di G.I.GURDJIEFF
Pensate cosa accadrebbe a un uomo capace d’immaginare e percepire chiaramente l’inevitabilità della propria morte! Riflettere con serietà alla propria morte e prenderne davvero coscienza: che cosa potrebbe esserci di più terrificante? Nella vita ordinaria, oltre al fatto terribile dell’inevitabilità della morte, ci sono, specie ai giorni nostri, molte altre cose che, al solo immaginare di viverle, dovrebbero evocare in noi una sensazione di indicibile e insopportabile angoscia. Pensate ai nostri contemporanei che hanno perso per sempre qualsiasi possibilità obiettiva e reale di sperare nel futuro – cioè a chi non ha mai “seminato” niente durante la propria vita responsabile e quindi non avrà niente da “mietere” in avvenire – e supponete che un giorno costoro prendano coscienza dell’inevitabilità della propria morte imminente: al solo pensiero si impiccherebbero.
La particolare azione esercitata dalle conseguenze del famoso organo sullo psichismo degli uomini ordinari consiste precisamente nell’impedire alla maggior parte dei nostri contemporanei – questi esseri tricentrici in cui il Nostro Creatore aveva riposto tutte le sue speranze, come possibili servitori dei Suoi scopi più elevati – di conoscere in pratica simili terrori; e perciò di permettere loro un’esistenza tranquilla, vissuta nell’adempimento incosciente dei fini per cui sono stati creati, ma solo di quelli corrispondenti agli scopi più immediati della Natura perché, a causa della loro vita indegna e anormale, essi hanno perso ogni possibilità di servire a disegni più elevati. Sempre per effetto delle stesse conseguenze, non solo il loro psichismo ignora tali terrori, ma per tranquillizzarsi essi riescono persino a inventare le più svariate spiegazioni fantastiche, plausibili solo secondo la loro logica ingenua, sia su quel che percepiscono realmente sia su quello che non percepiscono affatto.
Supponete, ad esempio, che il problema della nostra incapacità di provare effettivamente questi autentici terrori potenziali, e in particolare il terrore della nostra morte, diventi “l’argomento scottante del giorno”, come a volte succede per certe questioni della vita moderna. È probabile allora che tutti i contemporanei, dai semplici mortali ai cosiddetti “esperti”, darebbero immediatamente una risposta categorica, senza mai dubitarne manco un istante, affannandosi “con la schiuma alla bocca”, come suol dirsi, di dimostrare che in realtà gli uomini si preservano dal rischio di provare simili terrori nientemeno che per la propria “volontà”. Ma se ammettiamo questo, perché mai la nostra presunta volontà non ci protegge contro tutte le piccole paure che ci assalgono a ogni piè sospinto?
Al fine di “realizzare” e comprendere quanto vi ho appena detto con tutto il vostro essere, e non solo con la “masturbazione mentale” che, per disgrazia della nostra progenie, è diventata la proprietà dominante degli uomini contemporanei, immaginate ciò che segue. Dopo questa conferenza, oggi ve ne tornate a casa, vi svestite e andate a dormire. Ma al momento di entrare nel letto, qualcosa salta fuori da sotto il guanciale, vi corre lungo il corpo e sparisce fra le lenzuola. Vi raggomitolate, respingete vivamente le coperte e vi sedete sul letto, coperti di sudore freddo. Mentre i battiti del vostro cuore invadono il silenzio della camera, fra le pieghe delle lenzuola intravedete un topino… Confessatelo francamente: vi sentite percorrere da un brivido al solo pensiero di una cosa simile. Non è così? Ed ora, vi prego, sforzatevi di fare un’eccezione e immaginate col solo aiuto del pensiero attivo, senza la minima partecipazione dell’emotività soggettiva ormai fissata in voi, che una disavventura del genere vi capiti realmente. Sarete stupefatti voi stessi all’assurdità di quella reazione. Che cosa c’è di orribile e di terrificante in un piccolo topo domestico, creatura del tutto inoffensiva? Ed ora vi chiedo: come si può spiegare quella reazione con la presunta volontà che ogni uomo si attribuisce? Come conciliare il fatto che un uomo è terrorizzato da un timido topolino e da migliaia di altre sciocchezze che potrebbero anche non succedere mai, mentre non prova alcun terrore davanti all’inevitabilità della propria morte?”
Spiegare una contraddizione tanto flagrante con l’azione della famosa “volontà” umana è comunque impossibile. Esaminiamo questa contraddizione con freddezza e senza alcun pregiudizio, cioè senza nessuna idea preconcetta e prefabbricata da sedicenti “autorità” – i cui sofismi, del resto, hanno un peso sia per l’ingenuità e per l'”istinto gregario” della gente, sia per i risultati che sorgono nel loro modo di pensare a causa dell’educazione anormale – allora diventa chiarissimo che tutte queste paure, grazie a cui l’uomo non sente il desiderio di impiccarsi, vengono consentite dalla Natura stessa perché sono indispensabili allo svolgimento della vita ordinaria. E in effetti senza di esse, senza tutte queste “punzecchiature” – obiettivamente nulla di più, anche se ne proviamo un “terrore inaudito” – non riusciremmo a provare alcun sentimento di gioia, di tristezza, di speranza, di delusione e così via; e non avremmo tutte quelle preoccupazioni, stimoli, spinte e in generale impulsi che ci costringono ad agire, a cercare di raggiungere qualcosa, a lottare per uno scopo. Nell’uomo ordinario, proprio l’insieme di quelle che si potrebbero chiamare “reazioni infantili” automatiche da una parte ne costituiscono e ne sostengono la vita, e dall’altra non gli lasciano né il tempo né la possibilità di vedere e di sentire la realtà.
Se all’uomo ordinario contemporaneo fosse dato sentire, o anche solo ricordarsi mentalmente, che a una scadenza fissa, per esempio domani o fra una settimana o un mese, o addirittura fra un anno o due, egli deve morire e morire davvero, che cosa rimarrebbe – chiediamoci – di tutto ciò che finora ha riempito e formato la sua vita? Improvvisamente per lui tutto perderebbe ogni ragion d’essere e ogni significato. A che prò l’onorificenza ricevuta ieri per i lunghi anni di servizio, che l’aveva colmato di gioia; a che prò l’occhiata così promettente della donna che sino allora aveva costituito l’oggetto del suo desiderio costante non ricambiato; a che prò il giornale col caffè del mattino, il saluto deferente del vicino sulle scale, le serate a teatro, le ore di riposo, il dolce sonno e tutte le altre cose… a che prò?
Le cinque tendenze esseriche “obligolnian”
Estratto da “I racconti di Belzebù a suo nipote”
1 – Avere nel corso della propria esistenza esserica ordinaria tutto quel che è realmente necessario per soddisfare il proprio corpo planetario.
2 – Avere costantemente in sé un bisogno istintivo inestinguibile di perfezionamento nel senso dell’essere.
3 – Conoscere sempre meglio le leggi della creazione del mondo e del suo mantenimento.
4 – Ripagare fin dall’inizio e nel minor tempo possibile la propria venuta al mondo e la propria individualità, per poter essere in seguito liberi di alleggerire al massimo l’afflizione del Nostro Padre Comune.
5 – Aiutare sempre i propri simili, nonché gli esseri di altre forme, a perfezionarsi fino al grado di “Martfotai Sacro”, vale a dire fino al grado di individualità di sé.
Those who understand the laws of vibrations can compose music in which there are three separate sets of vibrations, having different effects on the respective centres, consciously composed to induce in the hearers a striving, a wish to be.
– A.E. Orage
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