Semplice spiegazione delle Idee del Lavoro – UNO
di M.Nicoll
Tutti sono due persone – la persona che noi stessi supponiamo di essere, e ciò che realmente siamo. Solo l’osservazione di se’ ci mostra questo. Non si può capire che siamo due persone a meno che non cominciamo a capire cosa significa osservare noi stessi.
Vediamo un mondo all’esterno: questo è ciò che i nostri sensi ci rendono. Ma i sensi sono rivolti al di fuori di noi stessi e non possono vedere ciò che si è. Ma abbiamo un organo dentro di noi che può osservare questa cosa chiamata noi stessi. Attraverso di esso possiamo vedere i nostri pensieri, sentimenti, stati d’animo. Questo è l’inizio del divenire un’altra persona.
La nostra vita dipende da questa cosa chiamata “noi stessi”. Se vogliamo avere una vita diversa, dobbiamo prima di tutto renderci conto di che tipo di vita abbiamo ora. Tutte le forme di sofferenza sono a causa di questo “noi stessi”. Finché rimaniamo questo “noi stessi” la nostra vita non può modificarsi. Attirerà sempre le medesime disgrazie, delusioni, e così via.
Così il Lavoro comincia con il vedere come si è, che tipo di persona siamo. Per esempio, se trattiamo le persone senza considerazione per i loro sentimenti e non lo sappiamo, soffriremo sempre il loro desiderio di tenersi lontani da noi. Ma non vedendo come siamo diamo la colpa agli altri. A meno che non ci accorgiamo che ci stiamo comportando in questo modo, non possiamo cambiare. Altre persone si rendono conto di come siamo: ma cosi’ come siamo, noi non ce ne rendiamo conto – finché non iniziamo ad osservare noi stessi. Attraverso il non vedere come siamo, crediamo di non essere trattati adeguatamente.
Se osserviamo ciò che stiamo pensando e sentendo, quello che stiamo dicendo, come stiamo agendo, dopo un tempo una nuova memoria inizia, una memoria di noi stessi. Da allora, cominciamo a renderci conto che non siamo ciò che noi stessi presumevamo di essere. Inizieremo a comportarci diversamente, a non incolpare gli altri, a non sentire che qualcosa ci è dovuto. Inizieremo a capire che siamo due persone e che lo siamo sempre stati. Quello che noi presumevamo di essere è immaginario.
Quando vediamo le contraddizioni tra il nostro se’ immaginario, e ciò che realmente siamo, cominciamo a cambiare, perché veniamo separati da l’illusione di noi stessi. Cominciamo a renderci conto che poggiavamo su una base completamente falsa.
Quando osserviamo ciò che realmente siamo apriamo noi stessi a ricevere aiuto – l’aiuto che ci può davvero cambiare. L’aiuto non può raggiungerci, mentre siamo soddisfatti di noi stessi. Questo Lavoro dice che l’aiuto esiste per coloro che iniziano a rendersi conto, in ogni atto quotidiano, in ogni cosa detta e sentita, che non sono realmente ciò che supponevano di essere.
Quando cominciamo ad osservare noi stessi con sincerità tutto il nostro destino comincia a cambiare. Ma questo significa notare, per un lungo periodo, il nostro modo di parlare, il nostro modo di pensare, le critiche che facciamo, il risentimento verso ciò che ci viene detto, il nostro modo di reagire agli altri, le opinioni da cui argomentiamo, il modo in cui siamo lusingati, come noi giudichiamo gli altri, la nostra vanità, crudeltà, stati d’animo, emozioni. A meno che non ci distacchiamo da queste cose, rimaniamo meccanici.
La nostra vita psichica, la nostra vita interiore, è nelle tenebre, fino a quando non iniziamo a far entrare un raggio di luce, di coscienza in ciò che lì sta accadendo. Perché ciò avvenga dobbiamo dividerci in due – una parte che osserva e una parte osservata. Quando l’ “io” osservante si è stabilito in noi, è da questo “io”, che tutto il resto segue. E’ piccolo e debole per cominciare, ma è come una finestra per far entrare la luce.
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