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Lo studio della psicologia. L’uomo, la macchina.

di G.I.GURDJIEFF

 Londra 1922 – Chicago 1924

 (ESTRATTO)

Tu vuoi studiare la psicologia, ma non hai psiche, come puoi studiare allora qualcosa che ancora non esiste? Vorresti conoscere te stesso come uomo, ma non sei ancora un uomo, solo una macchina. Dovresti allora cominciare a studiare te stesso come una macchina. La psicologia è solo lo studio delle idee delle altre persone; è molto meglio studiare te stesso che studiare le fantasie degli altri.

Tu vuoi che ti dica molte cose, e anche io voglio condividere con te ciò che so dell’uomo e delle sue maniere. Ma non potresti capire ciò che vuoi sapere anche se te lo dicessi. Non abbiamo il linguaggio. Il nostro linguaggio ordinario è fatto solo per cose semplici. Non abbiamo parole disponibili per le cose “più alte”. Le parole sono necessarie perché senza di esse non possiamo ancora capirci l’un l’altro. Quando avrai imparato a studiare la tua propria macchina, potremo capirci meglio tra noi.

Quando studi te stesso devi essere capace di concentrare la tua attenzione su quella parte che vuoi osservare. Al momento non puoi concentrare la tua attenzione perché il tuo centro emozionale non farà silenzio. Così la tua attenzione è governata dalle tue emozioni e non da te. Finché non smetterai di essere governato dalle tue emozioni, non puoi essere imparziale. Dunque non puoi capire il significato delle parole. Chiunque, comprende le parole in accordo con l’umore nel quale gli capita di essere. Se sono affamato, la parola “desiderio” significa cibo per me; ma se sono soddisfatto significa “dormire” o forse “sesso”. In ogni momento il significato delle parole cambia, e le persone neppure lo notano.

Abbiamo bisogno di parlare di cose molto importanti. Per esempio dobbiamo parlare del perché l’uomo esiste. Questo appartiene alla vera conoscenza, e per parlare di questo dovremmo capire le cose in modo differente. Per conoscere qualcosa di vero dobbiamo conoscere tutto. C’è un antico detto: “Conoscere significa conoscere tutto, non conoscere tutto significa non conoscere. Conoscere tutto non è impossibile. E’ necessario per questo conoscere anche molto poco. Ma per conoscere questo poco bisogna conoscere abbastanza.”

In questo caso il poco che dobbiamo sapere è che l’uomo non vive per se stesso, egli esiste per trasmettere vibrazioni necessarie alla luna. L’uomo è parte della vita della terra. La terra è circondata da una pellicola organica, tenuta in equilibrio da pianeti, terra e luna. La vita organica è così forte che nessuno può cambiare la sua situazione da solo. Supponiamo che Dio voglia aiutarci; Egli non può. La Terra è troppo piccola per essere toccata dalla volontà di Dio e se la terra è troppo piccola quanto lo sarà di più l’uomo? Da dove possiamo prendere allora l’aiuto di cui abbiamo bisogno?

Potete essere aiutati quando cominciate a conoscere voi stessi. Fintanto che non conoscete la vostra macchina, anche se l’aiuto vi è offerto non potete farne uso. Dovete cominciare dal capire lo scopo delle vostre funzioni. I vostri centri sono ricettori per diverse velocità di vibrazioni. I centri non sono influenzati allo stesso modo da tutte le vibrazioni. Ogni centro è un apparato ricevente e trasmittente. Ciascuno riceve le vibrazioni corrispondenti alle sue stesse funzioni. Al momento potete solo ricevere meccanicamente, senza discriminazioni. Non sapete ciò che state ricevendo, e dunque potete solo trasmettere meccanicamente. E questo non dà nulla a voi stessi.

Supponete di voler trasmettere qualcosa consapevolmente; voi non potete perché la vostra mente non farà silenzio. Per far smettere alla vostra mente di chiedere, adesso dovete usare la forza, ma non avete una forza sufficiente. Dunque non potete fare quello che desiderate. In seguito potete apprendere sistemi meccanici per far fermare le domande della mente, e dopo forse potete usare la vostra propria forza per fare ciò che avete bisogno di fare.

Tutta la vostra energia che non è necessaria a restare in vita, è presa dall’immaginazione e altre attività inutili. Osservare la vostra immaginazione –e cioè tutte le conversazioni interiori che entrano nella vostra mente senza la vostra stessa intenzione- aiuterà. Poiché quando osservate trascinate via un po’ di energia dall’immaginazione alla forza dalla quale proviene l’osservazione di sé. In questo modo questa forza può crescere e un bel giorno scoprirete di avere un essere indipendente dentro di voi, che sarà capace di fare ciò a cui aspira.

Per il momento dovete capire che non potete osservare tutto ciò che volete. La vostra osservazione è limitata dalle associazioni già presenti in voi. In un bambino appena nato ciascuno dei centri è libero di rispondere a tutte le impressioni che entrano. È come un sistema di rulli di un grammofono, in bianco, dal giorno dell’apparizione del bambino nel mondo di Dio, i significati esterni degli oggetti e le sue proprie esperienze interiori sono registrate su questi rulli in accordo con la corrispondenza tra le impressioni e la materia di cui i diversi centri sono fatti. Questa “materia” che è in realtà un tipo di energia, ha la possibilità di assorbire le corrispondenti vibrazioni e di rifiutarne altre.

In questo modo, taluni posti in ognuno dei tre cervelli dell’uomo, sono riempiti da famiglie di impressioni, raggruppati insieme per la loro similarità, o per la casualità di essere stati ricevuti insieme. Poco a poco queste diventano le abituali caratteristiche che costituiscono la personalità. Queste caratteristiche appartengono a tutti i centri, ma quelle nel corpo sono più stabili. E’ per questo che potete studiare meglio un uomo dalle sue posture e gesti che da quello che dice.

Vi farò un esempio. Ogni uomo o donna ha i suoi propri gesti e posture del corpo ma questi sono connessi alle abitudini mentali ed emozionali e a caratteristiche che non possiamo vedere. Per ciò per capire questo dobbiamo considerare qualcosa che molte persone fanno. Osservate come le persone ballano. Ogni nazionalità ha il suo proprio modo di ballare, potete sempre riconoscere la nazionalità dal modo in cui un uomo balla. In oriente, dove le tradizioni sono molto più forti, potete persino riconoscere, dal modo in cui ballano, da quale tribù o villaggio le persone provengono. In questo modo le danze diventano una specie di linguaggio attraverso il quale le persone, inconsciamente, di certo, ci parlano di loro.

E’ lo stesso con ogni cosa. Ogni nazione ha un repertorio limitato di movimenti che proviene dalle impressioni dell’infanzia. Per questo c’è anche un repertorio limitato di pensieri. Persino i sentimenti assumono le proprie caratteristiche abituali, che fissano per l’intera parte restante della vita i modi nei quali una persona può provare sentimenti. Dopo l’infanzia molto poco può essere cambiato. A meno che non siano prese delle speciali misure, delle quali parleremo più tardi, la capacità di recepire nuove impressioni si indebolisce con l’età. I bambini ricevono nuove impressioni, ma le persone più vecchie non possono; dunque in tarda età tutto ciò di cui si può fare esperienza è il risveglio e la ricombinazione di queste vecchie impressioni dell’infanzia. Delle vere nuove impressioni possono essere ottenute solo con violenza perché i rulli nei centri sono già riempiti. E’ difficile penetrare fino ad essi perché la nostra forza è limitata. Tuttavia, rimane sempre in un uomo un posto dove le impressioni possono essere ricevute, a condizione che queste siano ricevute con un’intensità sufficiente. Questo posto rimane vuoto fino a che non inizia la vita adulta; se esso non ha ricevuto impressioni prima di allora, è molto difficile raggiungerlo. Per molti di voi che sono qui ora, questo posto è già quasi impossibile da raggiungere. Sarà necessario un grande sforzo se state per iniziare una nuova vita.



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